L’Esposizione con Prevenzione della Risposta

L’ Esposizione con Prevenzione della Risposta (Exposure and Response Prevention – E/RP) è una tecnica che è stata molto usata negli ultimi 30 anni ed è il trattamento di prima scelta per il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) nelle linee guida internazionali e di altri disturbi di ansia (per esempio l’attacco di panico).

Per vincere l’ansia associata ai pensieri ossessivi è necessaria l’esposizione dell’individuo agli stimoli in assenza di rituali comportamentali. Per esempio un paziente ossessivo con la paura dello sporco viene esposto a materiale potenzialmente “contaminante” (es. polvere, urina o sangue) e viene invitato a non lavarsi per un certo periodo di tempo per permettergli di abituarsi alle manifestazioni ansiose. Nel quadro della terapia cognitiva i concetti di base enfatizzano l’esposizione a pensieri e situazioni “contaminanti” con l’intento di mettere in discussione le credenze sulle conseguenze catastrofiche che il contatto con questi stimoli comporta. La scaletta per l’esposizione deve essere fatta procedendo con gradualità rispetto all’ansia che evocano i vari stimoli.

La prevenzione della risposta (o l’eliminazione delle strategie protettive comportamentali) diviene una specie di “manovra di falsificazione”, capace di dimostrare che nessun evento catastrofico segue alla falsità delle credenze originali.

Come funzione l’E/RP?

Nata in ambito comportamentista ecco alcune spiegazioni del perché l’E/RP funzioni non solo a livello comportamentale

  • Abituazione: definita già da Harris nel 1943 come “decremento della risposta dovuto alla stimolazione ripetuta”.
  • Estinzione: implica la mancata attivazione o disattivazione di stimoli che hanno il potere contingente di rinforzare positivamente o negativamente l’emissione o meno di una risposta. La diminuzione della risposta è spiegata in termini di mancanza di rinforzo.
  • Controcondizionamento: ovvero la sostituzione di una vecchia risposta con una nuova, ad esempio quando il rilassamento sostituisce l’ansia.
  • Cambiamenti cognitivi: condizione necessaria per l’applicabilità dell’ERP è che il paziente sia vigile e attivamente coinvolto nella costruzione della propria esperienza
  • Autoefficacia: cioè una percezione positiva delle proprie capacità di padroneggiamento di situazioni problematiche. Secondo Meichenbaum (1974) infatti la riduzione della paura a seguito della ERP può essere spiegata come il risultato dell’incremento dell’auto-efficacia, in quanto il paziente attraverso l’esposizione si rende consapevole di essere capace di rimanere calmo davanti  ad eventi normalmente reputati spaventosi, aumentando quindi il senso di auto-efficacia.
  • Aspettativa: in quanto durante l’esposizione il terapeuta favorisce un’aspettativa di successo
  • Ristrutturazione cognitiva: il suo assunto di base prevede che le emozioni ed i comportamenti siano la conseguenza di ciò che si pensa ed in tal senso quindi modificando ciò che si pensa si modificano anche comportamenti ed emozioni. In pratica l’E/RP secondo alcuni autori (Salkovskis 1999 e Wells 1997) funziona perché l’esposizione del paziente alla situazione temuta e il contemporaneo blocco  dei comportamenti di ricerca di sicurezza porta il paziente a confrontarsi con lo stimolo fobigeno sperimentando una realtà diversa e meno spaventosa rispetto alle proprie previsioni di pericolo.

Molto importante è anche il concetto di accettazione della minaccia ed in termini di psicoterapia cognitiva ci si pone come meta proprio il cambiamento della percezione di minaccia.

Si utilizzano in questo procedure quali il dialogo socratico, la scoperta guidata, l’identificazione di ipotesi alternative e gli esperimenti comportamentali. Si cerca di coinvolgere il paziente in una relazione terapeutica caratterizzata dall’empirismo collaborativo e lo si impegna a rintracciare esempi di ipotesi di sicurezza e contro esempi di quelli di pericolo.

È possibile applicare questa tecnica con ottimi risultati a chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo e chi di attacchi di panico. Nel primo caso ad esempio una persona che ha paura di entrare negli ospedali per paura di contaminarsi, nel secondo una persona che ha paura di guidare da sola in tangenziale o autostrada dove  si può restare bloccati in coda senza possibilità di “scappare”. La terapia prevede esposizioni in vivo in affiancamento con lo psicoterapeuta.

 

Bibliografia sulla tecnica di Esposizione con Prevenzione della Risposta

  • Dèttore, D. (2002). Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Caratteristiche cliniche e tecniche d’intervento.  McGraw Hill.
  • Mancini, F., & Gragnani, A. (2005). L’esposizione con prevenzione della risposta come pratica di accettazione. Cognitivismo Clinico. 2, 1, 38-58.